La storia dell'uomo riccio

L’ecosofo

2014
Scultura in plexiglas e sale, con animazione a luce led incorporata nella base
cm. 30 x 30 x 38
Collezione privata

“Una luce infuocata. Da lontano il volto è un indistinto bagliore, si indovina appena una testa di uomo. Da vicino, l’intera testa è attraversata da un denso reticolo di schegge luminose che si accendono e si spengono di continuo sotto angolazioni diverse. Attraverso il cranio, parzialmente rasato, traspaiono minimi particolari del cervello, innervati di luci rossastre e palpitanti, rese attraverso l’uso del laser. Questo è il risveglio di Marte, suggeritomi, nella rappresentazione trasfigurata maschile del Dio della guerra, dall’immagine di un cranio ferito di una bimba, rimasta orfana a cinque anni, i cui occhi “severi, senza soffermarsi su nessuno”, precisa Anna Politkovskaja in un suo articolo*, ogni tanto si aprono e guardano attorno. Nella rappresentazione teatrale che avevo immaginato per questa opera (“l’ecosofo”, dove l’uomo, attraverso anche la sua opera distruttiva, dovrà togliersi dalla sua prospettiva antropocentrica), mi immaginavo questa testa in una continua rotazione, con le ombre che rivelavano sguardi ciechi, sino a spegnersi.

* Per questo. Alle radici di una morte annunciata. Articoli 1999-2006, Adelphi 2009, p. 34.